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Il mercato immobiliare in Svizzera nel 2023 ha subito molteplici flessioni a causa dell’aumento dei tassi d’interesse e dei prezzi in generale. Tuttavia, a subire delle modifiche, non è solo la domanda ma anche l’offerta. In questo articolo vediamo come questi cambiamenti influiscono sul mercato svizzero delle abitazioni.

Non un calo del mercato immobiliare, ma standardizzazione 

L’aumento dei costi degli immobili sta cambiando l’andamento del mercato immobiliare svizzero. Il rialzo dei tassi d’interesse sta frenando la tendenza attrattiva che questo settore ha avuto sul fronte degli investitori negli anni passati.

Ciò significa, secondo lo “Studio sul mercato immobiliare svizzero 2023” condotto da Credit Suisse, che questo campo, fino a oggi sempre fiorente, nei prossimi anni sarà in battuta d’arresto. Tuttavia non si tratterebbe di un’inversione di tendenza negativa netta, ma di una sorta di standardizzazione del settore che metterebbe il mercato quasi alla pari degli altri. Infatti, quello elvetico, rispetto a tutti gli altri, negli anni più recenti, è cresciuto esponenzialmente.

La normalizzazione del mercato sarà dovuta a due fattori principali:

  • l’inflazione che rispetto a tutti gli altri Paesi europei è minore. Ciò significa che l’aumento dei tassi viene percepito in maniera meno pesante;
  • la carente attività edilizia che se fino a oggi ha toccato solo il mercato degli affitti, presto intaccherà anche quello delle abitazioni di proprietà.

Per quanto riguarda gli inquilini, si troveranno, con grande rammarico, a dover far fronte all’aumento degli affitti. Gli investitori, invece, con l’aumento delle tariffe di locazione potrebbero riuscire a mitigare eventuali correzioni nei valori degli immobili residenziali,  derivanti dal cambiamento di direzione dei tassi di interesse.

Più sono scarsi, più costano

L’aumento dei tassi e, conseguentemente, dei prezzi delle case rende il mercato svizzero meno roseo, perché sono poche le persone che possono permettersi un’abitazione di proprietà. Il calo della domanda, è abbastanza evidente. E se già il 60% della popolazione preferisce stare in affitto per i costi elevati, con questi incrementi, il dato tenderà ad aumentare negli anni.  

Tuttavia, siccome la costruzione di nuove proprietà abitative tende sempre a essere minore, non assisteremo lo stesso a una stagnazione del mercato seguito da un eccesso di offerta. Inoltre, il calo degli investimenti buy to let (investimento immobiliare a reddito garantito, con un contratto di gestione turistica), dovrebbe tradursi in una maggiore disponibilità di immobili per i potenziali acquirenti. 

Se consideriamo ancora una volta il punto cardine su cui gira il mercato immobiliare svizzero, ovvero la scarsità della produzione di edifici, il calo della domanda dovrebbe essere meno repentino nei periodi in cui i prezzi sono più elevati.

I prezzi, stando ai dati forniti dallo studio di Credit Suisse, hanno registrato una diminuzione nel 2023. Ciò non significa, però, che nel 2024 il dato sarà ancora fortemente in negativo.

Dunque, i tassi alti e l’inflazione, saranno due fattori che, prima o poi, dovranno essere cruciali per la correzione dei prezzi, altrimenti la domanda tenderà a scendere ancora di più. 

Tuttavia, l’operazione non è assolutamente semplice. La debole presenza di immobili rende questo bene ancora più appetibile, riducendo notevolmente quel margine di azione attuabile per correggere i prezzi. Di conseguenza, meno immobili ci sono, più costeranno nel tempo.

Nel 2023 i prezzi stabili, nel 2024 previsto un calo 

Nonostante l’aumento dei prezzi dovuto alla scarsità degli immobili, i costi delle case svizzere sono aumentati raggiungendo il picco massimo nell’estate del 2022 (aumento del 5,2% per gli appartamenti di proprietà e del 5,5% per le case unifamiliari). Crescita che si è protratta anche oltre l’estate scorsa. 

Il calo della domanda, però, attenuerà questa crescita nei prossimi mesi. Nel 2023, infatti, gli aumenti sono stati dello 0,5% per gli appartamenti di proprietà e dell’1,5% per le case unifamiliari.

Per il 2024, invece, lo studio prevede un riduzione dei prezzi, anche se minima, per gli appartamenti di proprietà e per le case unifamiliari a causa del peggioramento del mercato. 

Il mercato manterrà la solidità?

L’inflazione, come già detto, ha avuto un impatto meno negativo rispetto a tutti gli altri Paesi europei. Ciò rende il mercato immobiliare svizzero abbastanza stabile e quel brusco calo dei prezzi tanto auspicato difficilmente si verificherà. 

L’aumento dei tassi, invece, vista la solidità anche del Paese, viene percepito in maniera diversa rispetto che in Italia. Ciò fa sì che il mercato si mantenga sempre a galla, senza subire brusche frenate.

Stando ai dati dello studio condotto da Credit Suisse, un altro elemento che aiuta l’immobiliare elvetico a restare stabile riguarda la severa regolamentazione dei finanziamenti. Nel contempo, la restrittiva attività edilizia causa ancora una carenza di offerta sul mercato. Pertanto, il mercato immobiliare svizzero non risentirebbe di forti cadute.

Nonostante l’inflazione e l’aumento dei tassi d’interesse, l’investimento immobiliare rimane sempre un settore interessante per coloro che vogliono capitalizzare i propri denari.  Gli immobili, infatti, rimangono un asset molto importante per qualsiasi portafogli. Tra l’altro, i prezzi esorbitanti visti fino al 2022 fanno parte del passato, e dovrebbero lasciare spazio a prezzi più agevoli per gli anni a venire (seppur minimi).

Una situazione, quella del mercato immobiliare svizzero, abbastanza complessa tanto da richiedere l’intervento di soggetti specializzati al fine di effettuare l’investimento tanto desiderato e a prezzi accessibili. Senza un ausilio esterno, purtroppo, è complicato capire se l’investimento fatto è buono e può dare i frutti sperati.L’agenzia immobiliare Studio Gest, infatti, è un interlocutore completo nella gestione immobiliare, la compravendita e l’affitto di immobili unici. Da oltre 20 anni ha accresciuto la sua competenza nel campo immobiliare consegnando con successo stabili, sia residenziali che commerciali.