Trasferirsi in Svizzera significa vivere in un Paese ricco e pieno di opportunità, ma anche con regole ferree. Chiunque voglia andarci a vivere deve conoscerle. In questo articolo approfondiamo cosa significa vivere nel Ticino, quali sono i documenti necessari e i costi da sostenere per vivere e per pagare le tasse.
4 tipologie di permessi di dimora per vivere in Svizzera
Molte delle persone che lasciano l’Italia per un’esperienza all’estero, scelgono la Svizzera, e in particolare il Canton Ticino. Per la vicinanza? Per la qualità della vita? Per gli stipendi elevati?
A prescindere dal motivo che induce una persona a partire, sicuramente, prima di preparare le valigie, è necessario avere le idee chiare sui documenti indispensabili per trasferire e dimorare nel territorio elvetico.
I permessi di dimora che si possono ottenere per vivere e lavorare in Svizzera sono quattro e variano in base alla durata della permanenza sul territorio elvetico:
Permesso L: ideale per chi ha in programma di restare un solo anno. Per ottenerlo bisogna dimostrare di avere un contratto di lavoro in Svizzera della durata compresa tra 3 e 12 mesi. Invece, per i contratti di lavoro della durata inferiore ai 3 mesi non è necessario alcun permesso, è sufficiente, infatti, una semplice procedura di notifica.
Permesso B: riservato a chi ha in programma di trasferirsi in Svizzera per un periodo di 5 anni. È concesso nei casi in cui viene firmato un contratto di lavoro a tempo indeterminato o della durata minima di 365 giorni. Alla scadenza dei 5 anni, si può rinnovare per altrettanti 5 anni, ma solo se si possiede ancora un contratto lavorativo. Coloro che, invece, perdono il lavoro nel corso dei 5 anni, avranno la possibilità di prorogarlo solo per un anno.
Permesso C: è rilasciato dalla SEM (Segreteria di Stato della migrazione) a chi ha vissuto in Svizzera per 5 o 10 anni regolarmente e in modo ininterrotto. È un permesso di domicilio illimitato e senza particolari condizioni.
Permesso G: è riservato ai frontalieri, ovvero a coloro che lavorano in Svizzera, ma hanno la residenza nelle zone di confine. Questi hanno l’obbligo di rientrare almeno una volta a settimana nel proprio domicilio all’estero per beneficiare della mobilità territoriale nelle zone di confine.
Quando chiedere il permesso?
I cittadini italiani, appartenenti all’UE, possono chiedere il permesso di soggiorno entro 14 giorni dal momento in cui arrivano in Svizzera. Per ottenerlo devono presentare all’ufficio di migrazione:
la carta d’identità (o il passaporto);
una copia del contratto di lavoro;
una copia del contratto di affitto;
una foto formato tessera.
L’ufficio svizzero di migrazione si occuperà di controllare la validità dei documenti, poi assegnerà il permesso di dimora in relazione alla durata del contratto di lavoro.
Il costo della vita in Svizzera
Tuttavia, è consigliabile richiedere il permesso di dimora dopo aver visionato i costi della vita in Svizzera. Infatti, ciò che non va ignorato è che agli alti stipendi corrisponde il costo della vita.
Dunque, facendo un po’ di calcoli:
gli affitti di una casa di medie dimensioni costano dai 1.200 ai 1.800 euro.
gli stipendi possono andare dai 4.200 euro fino a superare i 5.500 euro;
i mezzi pubblici costano dai 50 agli 80 euro complessivi;
il wi-fi costa circa 60 euro;
le bollette si attestano sui 200 euro.
Ma non sono gli unici costi da sostenere. A questi, infatti, va aggiunto anche il costo per l’assicurazione sanitaria obbligatoria (da sottoscrivere entro tre mesi dall’arrivo).
Chi lavora in Svizzera dove paga le tasse?
Un altro tema di fondamentale importanza, per chi vive e lavora in Svizzera, riguarda la fiscalità. Le regole fiscali dipendono tutte dal concetto di residenza fiscale. Infatti, sulla base di questo concetto, trova applicazione la potestà impositiva di ogni Paese.
Un lavoratore Italiano che vive e lavora in Svizzera è considerato fiscalmente residente in Italia e ha l’obbligo di versare le imposte sul reddito anche nello Stato italiano se sussiste almeno uno dei seguenti requisiti:
residente in Italia per almeno 183 giorni all’anno (la maggior parte dell’anno solare).
iscritto nelle anagrafi comunali della popolazione residente in Italia (non iscritto all’AIRE).
domiciliato o residente in Italia.
Chi lavora in Svizzera mantenendo la residenza italiana è soggetto quindi a una doppia tassazione. Tuttavia il principio Worldwide Taxation Principle stabilisce il divieto di doppia imposizione poiché lo stesso reddito non può essere tassato due volte.
Le imposte pagate all’estero, quindi, vengono detratte da quelle pagate nel Paese di residenza. Ciò significa che, se viene tassato in Svizzera il 20% del reddito, e in Italia la tassazione è del 23%, all’Italia sarà pagata solo la differenza del 3%.
Il lavoratore che ha la residenza fiscale in Svizzera, invece, presenta la dichiarazione nel Paese elvetico. In Svizzera, le tasse sono calcolate in base al reddito e alla ricchezza, e vengono applicate a livello federale, cantonale e comunale. Inoltre, per evitare la doppia imposizione sono stati firmati alcuni accordi anche con l’Italia per evitare che si paghino le stesse tasse due volte.
Un discorso a parte meritano i frontalieri, ovvero coloro che lavorano in Svizzera ma vivono in Italia. La tassazione del reddito avviene esclusivamente in Italia dove beneficiano di una franchigia di 7.500 euro (oltre soglia il reddito subisce normalmente tassazione Irpef). Dal 2024, per questi soggetti, l’agevolazione sarà estesa e la franchigia da 7.500 passerà a 10.000 euro.
Conclusioni
Come si è letto, prima di trasferirsi in Svizzera, è necessario fare diverse valutazioni: costo della vita, documenti da richiedere. Nonostante possa sembrare il passo più semplice, anche trovare un’adeguata abitazione è un aspetto primario. Infatti, il mercato immobiliare svizzero può essere più complesso del sistema fiscale, per cui trovare una dimora adatta alle proprie esigenze non è sempre facile.
Per questo motivo, affidarsi a professionisti abili ed esperti è la soluzione migliore per accelerare il processo di acquisto o affitto di una casa, sbarazzandosi della concorrenza e assicurandosi che tutta la documentazione necessaria sia in regola con quanto richiesto dal sistema.
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